
Regia: Aldo, Giovanni & Giacomo e Massimo Venier
Sceneggiatura: Aldo, Giovanni & Giacomo, Massimo Venier, Paolo Cananzi, Walter Fontana, Graziano Ferrari
Nazione: Italia
Anno: 2000
Genere: Commedia
Durata: 97'
Cast: Aldo Baglio, Giovanni Storti, Giacomo Poretti, Marina Missironi
Produzione: Paolo Guerra
Distribuzione: Medusa
Nello spezzone di Chiedimi se sono felice che vi proponiamo, Giacomo ha ben chiaro come potrebbe essere il loro Cyrano e ne parla con l’amico Giovanni…
Troppo spesso crediamo di ascoltare quanto ci viene detto solo perché lo sentiamo con le orecchie. Ma ascoltare significa ben altro. Tecnicamente, è detto ascolto attivo, ed è la capacità di ripetere quanto detto dall’interlocutore. Se provassimo, sarebbe un fiasco! Ognuno di noi capta, filtra e rielabora le informazioni che sente, perdendo spesso dei passaggi fondamentali di quanto è stato detto.
In questo spezzone Giovanni non è solo un pessimo ascoltatore, ma palesa il suo poco interesse per il ragionamento dell’amico interrompendolo, cambiando discorso e dimostrando assenza di empatia. Giacomo infatti vorrebbe essere ascoltato, rincuorato e incoraggiato nella realizzazione della sua idea teatrale; ma dall’altra parte trova tutt’altro.
Come la maggior parte dei film comici la regia non deve intralciare lo sviluppo delle dinamiche di una gag. In questo caso, infatti, è più importante vedere la reazione della “vittima” Giacomo che non viene ascoltato, piuttosto che inserire in montaggio gli stacchi delle soggettive di Giovanni che vede (o non vede?) tutti gli animali che elenca.
In quest’ottica la scelta del regista è di tenere un piano sequenza con un piano a due in mezza figura fino alla fine della scena. Il suo lavoro si concentra soprattutto sulla gestione dei tempi di recitazione delle battute, per enfatizzare le continue interruzioni del discorso di Giacomo da parte di Giovanni.
Sviluppare una buona capacità di ascolto è una qualità che arricchisce la vita e le relazioni interpersonali. L’ascolto è selettivo e, a maggior ragione, un buon ascolto richiede energia, disponibilità e attenzione e non può essere elargito a nostro discapito. Saper ascoltare, infatti, significa anche concedere all’altro il tempo necessario per riuscire a esprimere i suoi pensieri e sentimenti. Queste parole sono perfettamente racchiuse nella reazione di Giovanni al discorso di Giacomo.
Quali sono allora gli errori più frequenti che tutti noi compiamo quando crediamo di ascoltare?
- Ascolto passivo -> Ascolto solo per dovere
- Interruzione -> È più importante ciò che so
- Dialogo interno -> Penso già a ciò che dirò
- Ascolto selettivo -> Ascolto solo ciò che mi interessa
- Ascolto filtrato -> Metto in atto i miei pregiudizi
Come possiamo evitare questi errori così radicati in noi? Magari cercando di decidere che l’ascolto è importante, di fare spazio all’altro usando il silenzio, di aumentare la curiosità e di mettere noi stessi un po’ in secondo piano.
Per approfondimenti segnaliamo Le tecniche d’ascolto di Jim Dugger, Arte di ascoltare e mondi possibili di Marianella Sclavi e uno scritto sul padre dell’ascolto della e comunicazione, Carl Rogers. Un rivoluzionario silenzioso
, di Carl R. Rogers e David E. Russell.