Guerini Next
2015
374
Talvolta mi sono stati più d’aiuto e ispirazione testi che almeno formalmente avevano poco a che fare con la strategia: qualche autobiografia, qualche testo di storia, qualche libro ibrido come Il cigno nero di Taleb…
Anche perché l’argomento è talmente vasto che si oscilla costantemente tra astrazioni fin troppo “alte”, il cui valore aggiunto è spesso lo sforzo intellettuale che si fa per applicarle alla nostra realtà di business – come caso estremo L’arte della guerra, di Sun Tzu – e banalissime “to do list”, rozze e già vecchie nel momento in cui vengono pubblicate.
Se questo è vero per gli anglosassoni, la situazione in Italia è a dir poco desolante: nella maggior parte dei casi pessime traduzioni o adattamenti di titoli stranieri, per il resto testi accademici al massimo validi per un corso di studi universitari e non per persone alle prese con la realtà dura del business odierno.
Per di più in questo mondo dove tutti vogliono fare gli startupper, dai geek alle grandi aziende, convinti come sono che il futuro sia troppo imprevedibile per anche soltanto pensare di avere una strategia, la questione potrebbe sembrare addirittura irrilevante.
Senza dimenticare, come diceva Drucker, che «la cultura (aziendale) si mangia la strategia a colazione» e il mantra, parzialmente corretto, che l’execution è la cosa più importante.
In questo contesto vede le stampe, per i tipi di Guerini Next, Strategia in azione di Maurizio Romeo, a dimostrare, e ce n’è sempre bisogno, che uno sguardo lucido ribalta spesso i luoghi comuni sui quali tutti ci adagiamo, dimenticando di chiederci se le loro premesse sono (ancora) valide.
Romeo, classe ’65, laurea cum laude alla Luiss, un Mba in Sda e uno alla London Business School, entrambi con distinzione, ha avuto una serie di esperienze che vanno dalle grandi multinazionali alle medie imprese italiane, dalla consulenza strategica alla responsabilità di funzione, con i tratti caratteristici di chi segue i propri interessi piuttosto che inseguire la carriera.
Strategia in azione è al tempo stesso un libro sulla e di strategia. Senza complessi di inferiorità verso il mondo anglosassone, ma avendone ben interiorizzati gli aspetti positivi, vi unisce quella capacità di astrazione che ci è propria, ancorandola saldamente a trent’anni di esperienza.
Parte dall’assunto, dimostrandolo, che mai come oggi c’è bisogno di strategia e ci accompagna per mano, con un po’ di condiscendenza, attraverso una rapida ed efficace sintesi di cinquant’anni di teoria e pratiche manageriali sull’argomento, mettendo un po’ di ordine in concetti che abbiamo fatto nostri a volte acriticamente, separando i fatti dai “factoids” e dai puri miti.
Ci offre così un vademecum facile per navigare attraverso il tema, aggiungendo costantemente lungo il percorso nuovi strumenti alla nostra cassetta degli attrezzi, che siano referenze, aneddoti, metodologie di analisi e supporti decisionali e/o operativi, estremamente facili da implementare e utili.
Non c’è pretesa di originalità assoluta, o meglio l’originalità è nella sintesi basata sulla realtà aziendale, e quasi erudita, senza mai essere pesante, dei differenti punti di vista e delle metodologie che ne scaturiscono. Una sintesi che include felicemente il tema dell’execution, negli anni schizofrenicamente separato da orde di consulenti e maître à penser, rendendolo un libro rarissimo nel panorama italiano.
Ben scritto, è uno di quei libri da tenere sullo scaffale in ufficio, o per i più irriducibili sul comodino, accanto a quelli più blasonati e forse a malapena sfogliati, ma per consultarlo spesso, come farò io, che lo eleggerò a “manuale” nel corso di strategia che tengo all’Executive Development Programme di Istud.